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sabato 24 febbraio 2018

Riflessioni: A che serve partecipare ad un premio letterario?



Serve in fondo a noi autori per una dose massiccia di autostima, ma  è veramente  utile per farci conoscere e apprezzare?
In passato ho ideato e curato anche antologie poetiche che, partecipando a premi di libri editi, si sono classificati in posizioni decenti. Potremmo allora dire, che risulta efficace per dare visibilità agli autori, ed è altresì utile alla casa editrice, che viene così presentata in un contesto più ampio.
Premesso questo, a che serve concretamente per un autore, partecipare?
Al di là del fatto che spesso e volentieri i concorsi sono a pagamento, dai 10 ai 25 in genere, comunque è un costo che moltiplicato per tutti i partecipanti può dare una certa soddisfazione a chi ha ideato il concorso in questione. Ci sono "premi" che vanno dai semplici "diplomi" con o senza cornice, "segnalazioni" di merito, targhe, oppure la pubblicazione del romanzo con l'obbligo d'acquisto di un tot. di copie, o la pubblicazione della propria poesia in una antologia, dove spesso è necessario acquistare almeno due copie. E, cosa assai inquietante, senza neppure sapere il prezzo di copertina e neppure il formato.
Ci sono poi ( e per fortuna) concorsi seri, dove vengono elencate fin da subito le caratteristiche:   
QUOTA D’ISCRIZIONE - La partecipazione al concorso è gratuita.
 PREMI – I primi tre classificati di ogni categoria saranno premiati con la pubblicazione del romanzo (o della raccolta di racconti) e con una targa. Tale pubblicazione non comporterà alcun onere per l’autore e comprenderà copertina  ed editing professionali.
DIRITTI D’AUTORE – Gli autori dei romanzi che saranno selezionati avranno un regolare contratto eitoriale, per effetto del quale l'Editore si impegna a pagare le provvigioni maturate dalla vendita.
I racconti selezionati, invece, potrebbero essere inseriti in un'antologia di Autori Vari. In questo caso l'Autore si impegna a cedere idiritti e a non aver nulla a pretendere dalla vendita dell'antologia.
 In entrambi i casi l'Editore non chiederà agli autori l'obbligo di acquisto copie.
Partecipare a concorsi, almeno secondo me, deve essere vista solo e unicamente come una possibilità,  niente di più.


2 commenti:

  1. Infatti ho smesso di parteciparvi

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    1. :-) Esatto, è comunque un percorso che molti autori fanno. Ma, se da un lato emerge il detto "mai smettere di sognare", dall'altra parte si arriva ad un punto tale di disgusto e se vogliamo anche di sana consapevolezza da indurci ad evitare questo tipo di approccio.Della serie " il bel gioco dura poco" :-) Grazie @Emilia del prezioso commento.

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