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Leggi anche il NON libro "Cammina tre lune nelle mie scarpe"

sabato 29 dicembre 2018

Mandala by ©Raffreefly



Immagine in arte digitale by ©Raffreefly

Il mio augurio per tutti voi. 

E che il 2019 sia migliore 

giovedì 13 dicembre 2018

Short stories :Titti - una come tante - by ©Raffreefly



Fiaba contemporanea 

Titti - una come tante 

1PARTE

Una vita passata a lavorare come operaia in una nota ditta italiana, una delle tante che oramai di italiano ha soltanto il nome. Titti si sentiva stanca di essere presa in giro dall'azienda, si sentiva frustrata e tremendamente sola. Quarantacinque anni e quarantacinque chili, mani rovinate dal duro lavoro, schiena a pezzi, un figlio disabile da mantenere, un marito sparito nel nulla e quel mattino, l'ennesima bastonata: fuori. Con parole fredde e programmate un distinto signore venuto apposta in azienda dalla sede madre, con un italiano appena comprensibile le aveva detto:" Mi dispiace molto, ma in esubero. Sono dispiaciuto ma vedrà che si apriranno nuove possibilità per lei. Grazie per essere stata con noi tutto questo tempo." Fuori. 
Uscì dall'ufficio del capo con le mani sudate e fredde, le ficco ' in tasca e con gli occhi bassi torno' frastornata a fare il suo lavoro. Confusa, basita, ferita. Svuotata. Non proferi' parola e aspettò la fine del suo turno. La testa le scoppiava mentre passò per la via del mercato; colori, profumi, persone ignare della sua sofferenza la salutavano. Il freddo pungente la faceva tremare mentre girò a destra imboccando  il vicolo per dirigersi a casa. Il piccolo alloggio era situato all'ultimo piano di una palazzina degli anni cinquanta; le fredde scale buie e ripide parevano insormontabili massi quel pomeriggio. Girò la chiave nella toppa ed entro' avvertendo il profumo del piccolo giacinto che il figliolo le aveva portato qualche giorno prima per il suo compleanno. Il piccolo Ettore, 7anni e mezzo, sofferente dalla nascita di una rara forma di autismo, stava seduto a terra, nell'angolo tra il suo letto e il mobile, tra pastelli di cera e fogli sparsi. A salutarla fu la mamma di Titti, che viveva con loro e che fortunatamente badava al piccolo quando lei lavorava. 

2PARTE

"Ciao mamma, com'è andata oggi?" Chiese Titti mentre si abbassò a fare una carezza sulla fresca guancia del piccolo, sorridendo. "Abbastanza bene direi, tu piuttosto, hai l'aria particolarmente stanca oggi. Problemi al lavoro?" Rispose la madre asciugandosi le mani sul grembiule. "Ho preparato una piccola torta, quella al cioccolato che a Ettore piace tanto, ne vuoi una fetta? Ti farà bene, sei così magra gioia mia. E poi il cioccolato mette sempre di buon umore." E senza aspettare la risposta si precipitò in cucina, continuando a parlare di cose incomprensibili per Titti che non la stava ad ascoltare. La signora Maria, questo era il nome della madre, era una donna che  aveva la grande dote di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno. Vedova da quasi dieci anni, si era trasferita dalla figlia alla nascita di Ettore, pochi giorni dopo che il marito di Titti se ne andasse via, incapace di assumersi le responsabilità di padre e di marito. In quell'occasione, abbracciando forte la figlia in preda al panico le disse: "meglio così, lui non ti merita. Baderemo insieme al piccolo, faremo noi, insieme, le veci del padre. Ho cresciuto una figlia fantastica come te, vuoi che insieme non riusciamo a crescere uno splendore di bimbo come Ettore? Non piangere gioia mia, devi nutrire il tuo cucciolo con la serenità e l'amore e io sarò sempre al tuo fianco. Sempre stellina. Sempre. " 
Titti cercò di farsi forza e prese il coraggio a quattro mani e disse, tutto d'un fiato :" Mamma, mi hanno lasciato a casa dal lavoro."


3PARTE

Persa, si sentiva così Titti. Sua madre questa volta non era riuscita ad infonderle coraggio e neppure ottimismo. Pensò seriamente al suicidio e scappò via da quella triste realtà che la stava opprimendo. Corse tra la nebbia urlando al vento; corse fin lassù, dove la montagna finiva e guardo' giù. Molti metri sotto di lei le gelide acque del torrente, impetuose in quella stagione, l'affascinavano. Sarebbe bastato poco, pochissimo. Un passo falso e via, verso il nulla. Un tuffo nell'immenso vuoto e tutto sarebbe finito. Rimase in questa posizione per qualche minuto, poi, come se qualcuno l'afferrasse, si spostò indietro con un balzo. "No!" disse ad alta voce. "Nooo!" urlò quasi spaventata. "No! Non posso farlo, non posso!" disse tra le lacrime. Tornò a casa distrutta, ma certa che avrebbe cercato di ricominciare nuovamente, per l'ennesima volta, non per lei, ma per Ettore, solo per lui.


4PARTE 

La piccola bottega artigiana aveva qualcosa di diverso rispetto ad altre botteghe, aveva una sorta di magia; tutto al suo interno sorprendeva; gli oggetti, finemente decorati a mano con perizia e precisione , erano assai particolari. Il titolare, un anziano scultore, da qualche anno si era totalmente fidato del gusto, della creatività e dell'anima buona e volenterosa di Titti, lasciando a lei la totale gestione del negozietto. Un giorno lo scultore disse: "mia cara Titti questa bottega ha preso vita grazie a te. Sei giovane, bella e hai Inventiva. Nulla ti spaventa, sei sempre disponibile con le esigenze del cliente. Quando io non ci sarò più, voglio lasciarla a te. Sono un vecchio solo e malandato, trascinavo questo luogo con cocciutaggine, senza peraltro guadagnare una lira. Ora invece, grazie a te è rifiorita. Te lo meriti. "
Ettore ormai era prossimo alla maggiore età ed era diventato un ragazzone alto e biondo come il padre con occhi di un caldo nocciola, come la mamma. Grazie alla costanza di Titti e Maria e del suo insegnante, stava imparando a gestire nel miglior modo possibile le sue problematiche. Avevano cambiato residenza spostandosi di una cinquantina di chilometri, per permettere ad Ettore di usufruire dei preziosi servizi della scuola. L'insegnante si prese cura di lui come fosse suo figlio e, innamoratosi di Titti, la sposò. 
La vista del lago al tramonto in quella calda stagione, era sempre uno spettacolo della natura che nessuno di loro voleva rinunciare. Titti chiuse la bottega, sali' sulla bicicletta e pedalò fino a casa in fretta dove ad attenderla in terrazza, c'era Ettore, già seduto a tavola con lo sguardo pieno del giallo rosato che lentamente si adagiava sull'acqua immobile. Suo marito in piedi, accanto a lui stava fischiettando allegramente una canzone sorseggiando uno squisito bianco locale, mentre Maria apparecchiava. Titti assaporo' quell'attimo di felicità, di normalità, di quotidianità straordinariamente semplice e con un sorriso sincero li abbracciò uno per uno, serena e grata. 



Immagine in Digital Art by ©Raffreefly 

mercoledì 12 dicembre 2018

lunedì 10 dicembre 2018

Short stories : Giulia by ©Raffreefly


Tradimento - passione 




 
                     Immagine in Digital Art by ©Raffreefly

giovedì 6 dicembre 2018

Ringraziamento

Ringrazio la casa editrice Luoghinteriori per l'invito a far parte dell'agenda 2019 dal titolo "Luoghi della bellezza".