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Leggi anche il NON libro "Cammina tre lune nelle mie scarpe"

mercoledì 28 febbraio 2018

Riflessioni: Dimmi da dove vieni (teoria sconnessa o verità?)



Durante la mia personale esperienza di talent e di editor, ho potuto notare la differenza di scrittura che deriva, anche se in minima parte, dalla città da cui si proviene. Sembra una sciocchezza, ma non è solo una questione caratteriale. Ci sono sempre ovviamente le eccezioni che confermano la regola, ma nella stragrande maggioranza dei casi la città di residenza ha un forte impatto sulla psiche di una persona.
Le persone del nord ad esempio, hanno generalmente una chiusura mentale più accentuata, sono più guardinghi rispetto ad una novità. Tendono ad essere più pragmatici.
Più solari e disponibili le persone del sud.
Sarà il fattore climatico; le montagne tendono a chiudere con un abbraccio gli abitanti,  quasi a proteggerli,  impedendo loro di guardare oltre. Il freddo poi, tende a farli raggomitolare su se stessi e la loro scrittura è  riflessiva,  autobiografica con una nota nostalgica e melanconica.
Cosa che il mare invece non suggerisce, anzi. Lo sguardo di chi contempla il mare si spinge fino all'orizzonte, consentendo una visuale più ampia. La postura del corpo è diversa, il capo è alto, le spalle dritte, le braccia aperte, spingono lo scrittore ad essere si riflessivo, ma con gioia; tra le righe spesso si nota la positiva consapevolezza di una quotidiana battaglia.

Entrambi però, hanno in comune il desiderio di provarci, in barba alla città, al mare o ai monti; in barba alla cultura, alla religione professata o al colore del proprio partito, sentono  la necessità di poter esprimere il loro personalissimo sentire, nel modo più consono.
E nella scrittura si ritrovano. Come se fosse un'isola felice, un luogo non luogo dove tutto è permesso. Un modo per ritrovare se stessi, per ascoltare il proprio nucleo, la propria essenza che miscelata ad arte con i fattori climatici, la città, l'esperienza di vita, rendono le lettere poste in fila ordinata,  colme di unicità e di sentimento.

La scrittura è un luogo d'anima e l'anima è l'elemento essenziale della nostra esistenza. È il "soffio di vento" che ci permette di camminare, di evolverci.
 Non ha colore, non ha religione, non ha luoghi comuni, non ha differenze.
Scrivere, è saper fare tesoro di tutte le informazioni che la vita ci dona quotidianamente; è l'anima e il cuore insieme, che  intrecciati tra loro indissolubilmente, creano qualcosa che verrà ricordato.


Immagine by ©Raffreefly

martedì 27 febbraio 2018

Riflessioni: l'importanza delle antologie



Fare parte di un’antologia, offre all’autore la possibilità di pubblicare le sue opere, spendendo sicuramente molto meno rispetto alla pubblicazione di un libro singolo.  L’essere in gruppo, facilita emotivamente l’autore che si sente “più protetto”; senza contare poi, che le copie a lui destinate sono un numero tale da poterle vendere facilmente ( almeno, le antologie che creavo io. Ho sentito di case editrici invece, che davano all'autore dalle 150 alle 300 copie, francamente non lo trovo giusto. A quel punto tanto vale farsi un libro singolo: si spende uguale.) e non solo rientrare del contributo dato per la partecipazione, ma guadagnando anche qualche Euro, tanto da poter pubblicare ancora. Certamente però la cosa principale, la vera chicca della partecipazione, è di fatto pratico, nel senso che  ogni antologia  contiene ad esempio, dieci autori, di dieci città diverse,  quindi è matematico che l’opera in questione verrà fatta conoscere, senza fatica alcuna, in almeno dieci centri abitati. Giusto per farvi capire il meccanismo, le “classiche” da me ideate e curate, hanno toccato le città di tutta Italia e non solo. Un esempio: in “Diafano sentire”: Lucca, Viareggio, Albenga, Palermo, Aquila, Bergamo, Civitavecchia, Lecce, Biella, Lille (Francia). In “Assordante silenzio d’inverno” : Milano, Torino, Biella, Cassino, Bari Piacenza, Bologna, Salerno. In “Tra le braccia di Turan” : Biella, Milano, Roma, Gioia del colle, Pisa, Aquila, Zurigo (Svizzera). Nuove possibilità si presentano agli artisti,  a volte rende così felice l’autore, da portare l’antologia come materia d’esame, com’ è avvenuto per l’opera “Tra le braccia di Turan” per Nicolò Avanzi e ciò lo ammetto, mi rende particolarmente orgogliosa.





 Un discorso a parte andava fatto per i volumi ideati per le Onlus, come ad esempio la raccolta composta da 4 libri “Poesia è donna – mosaico poetico” , una delle tante. Qui si trattava di un lavoro per poter offrire ai più disagiati, un supporto, un abbraccio, una carezza colma di Poesia e affetto. Copie  venivano donate ad Associazioni ONLUS, le autrici che partecipavano  con contributo erano 2 o 3  per ogni volume, le caratteristiche particolari erano: la Poesia detta di “Ouverture” di una Poetessa non pagante a cui veniva  donata una copia del libro e la nota introduttiva molto accurata, di un conosciuto poeta e amico, Fabio Amato.
La speranza degli autori che partecipavano ai miei progetti in genere, era uno stimolo continuo a continuare perché "fare del bene, fa stare bene" e vedere l’emozione sincera negli occhi di chi legge una Poesia,  non ha prezzo, oggi come allora.

☆ ☆ ☆

Partecipare quindi a raccolte poetiche è sicuramente un buon metodo per mettersi in gioco ed uscire allo scoperto; confrontarsi con altri autori  stimola la creatività poetica e a  poco prezzo, fino a quando, non ci si sente tanto sicuri da spiccare il volo con un libro singolo.

lunedì 26 febbraio 2018

Riflessioni: promuovere un libro

 
Si danno da fare le case editrici per promuovere un libro?

Innanzitutto sappiate che non sono del tutto contraria all'editoria a pagamento.
Se per autori di romanzi pubblicare è difficile, per un autore di poesia lo è ancora di più. Non tutte le case editrici accettano infatti, elaborati poetici, perché troppo di nicchia e diciamolo, decisamente poco appetibili, il che significa che raramente, per non dire mai, le case editrici investono su poeti emergenti. Dunque l'aspirazione a pubblicare una propria opera è  legittima, anche quando quest'opera non suscita l'interesse commerciale o culturale. Lo stesso Moravia infondo, ha pubblicato a pagamento poiché nessuno pare, fosse interessato a pubblicare il suo primo scritto.

Facciamo un passo indietro, quando da talent scout, cercavo autori poetici da inserire in antologie, a pagamento perché le case editrici con cui collaboravo non erano free, proponevo un pacchetto in base alle esigenze della casa editrice. Inserivo le varie antologie in concorsi e, cosa innovativa, m'inventai "Progetto estero" nato per fare conoscere la poesia italiana contemporanea all’estero, per offrire visibilità, sia agli autori che alle case editrici. I libri venivano  esposti nelle biblioteche di Accademie di Letteratura, Istituti di Cultura Italiani, ma anche in hotel esteri, che gentilmente mettevano a disposizione una piccola biblioteca per i turisti italiani.
Qui troverete le varie spedizioni 

Se un talent scout riesce ad inserire i vostri libri in concorsi, senza farvi sborsare nulla di più; riesce ad inserire i vostri libri in circuiti esteri e italiani di pregio e di cultura, tutto sommato giudicherei l'operato più che soddisfacente, ripeto, soprattutto in campo poetico, anche perché non ho mai sentito nessuna casa editrice proporre ciò che io, nel mio piccolo, proponevo e, naturalmente, erano tutti, editori e autori, pienamente soddisfatti di questa geniale idea.
Altra cosa a mio avviso interessante e di cui ne vado fiera, è stata la mia presenza nel sociale, ideando nel gennaio 2013 “Art For Aquila” il cui motto era “Fare del bene ci fa stare bene” che, grazie alla collaborazione con l’amica e collega Patrizia Manenti e il coordinatore della Croce Bianca a L'Aquila, Giovanni Mangione, ho potuto organizzare un’asta di beneficenza a favore di questa splendida città, in seguito al disastroso evento sismico, tenutasi al centro dell’Aquila nel giugno 2013 il cui ricavato  è andato a favore della Croce Bianca, per la realizzazione di un centro polivalente per i più disagiati. Da qui in poi, ideavo spesso a doc antologie poetiche e ogni volta, 10 copie venivano donate in beneficenza ad associazioni Onlus, le quali decidevano liberamente se metterle in vendita durante le loro manifestazioni, oppure inserirle nella biblioteca dedicata agli ospiti. Il mio  obiettivo era quello di portare l’Arte e la Poesia ovunque, rendendola più appetibile al pubblico, facendola conoscere non solo attraverso reading, ma anche miscelata ad attività quotidiane, proprio per uscire dal marchio di nicchia; cosa che secondo me, dovrebbe essere la stessa casa editrice ad occuparsene come norma.

   Invece cosa fa concretamente una casa editrice?

Nella stragrande maggioranza dei casi le case editrici si limitano ad inserire il suddetto libro sul proprio sito, a volte, nemmeno questo e parlo per esperienza personale.
Spesso gli autori  lamentano una scarsa partecipazione della casa editrice nella promozione del loro libro.  Di contro, anche alcuni editori lamentano la scarsa partecipazione degli autori nella promozione dei loro libri, specialmente l’assenza alle presentazioni. Ma non basta una presentazione a pubblicizzare un libro; presentazione che fra l’altro, ha pure dei costi.
L'autore in genere, non si dice soddisfatto di come l’editore metta in moto la macchina del marketing editoriale ... forse perché non sa come fare.
 A mio vedere, soddisfazione o meno, la promozione di un libro spetta sia alla casa editrice sia allo scrittore/poeta. Al talent non compete questa mansione, se non per libera scelta.
 Infatti, su uno dei miei blog in quel periodo si leggeva: "il talent non è obbligatoriamente tenuto a creare eventi di presentazione dei volumi, che resta a discrezione dell'autore e della casa editrice. Raffaella C.B. Amoruso è altresì libera di creare eventi propri.  Ad ogni autore sarà consentito parteciparvi attivamente".
Ci sono poi, case editrici che chiedono all’autore, insieme all’invio del manoscritto, quali possibilità abbia di promuovere il libro: si chiama collaborazione.

Alcune antologie da me ideate e curate.
Foto copertine : Raffaella C.B.Amoruso
tranne "4you" la cui foto è di Sara Dama.



Fotopoesia

Poesia e immagine by ©Raffreefly

Statistiche

Di seguito le statistiche dell'ultimo minuto.
Grazie di leggermi!



sabato 24 febbraio 2018

Riflessioni: A che serve partecipare ad un premio letterario?



Serve in fondo a noi autori per una dose massiccia di autostima, ma  è veramente  utile per farci conoscere e apprezzare?
In passato ho ideato e curato anche antologie poetiche che, partecipando a premi di libri editi, si sono classificati in posizioni decenti. Potremmo allora dire, che risulta efficace per dare visibilità agli autori, ed è altresì utile alla casa editrice, che viene così presentata in un contesto più ampio.
Premesso questo, a che serve concretamente per un autore, partecipare?
Al di là del fatto che spesso e volentieri i concorsi sono a pagamento, dai 10 ai 25 in genere, comunque è un costo che moltiplicato per tutti i partecipanti può dare una certa soddisfazione a chi ha ideato il concorso in questione. Ci sono "premi" che vanno dai semplici "diplomi" con o senza cornice, "segnalazioni" di merito, targhe, oppure la pubblicazione del romanzo con l'obbligo d'acquisto di un tot. di copie, o la pubblicazione della propria poesia in una antologia, dove spesso è necessario acquistare almeno due copie. E, cosa assai inquietante, senza neppure sapere il prezzo di copertina e neppure il formato.
Ci sono poi ( e per fortuna) concorsi seri, dove vengono elencate fin da subito le caratteristiche:   
QUOTA D’ISCRIZIONE - La partecipazione al concorso è gratuita.
 PREMI – I primi tre classificati di ogni categoria saranno premiati con la pubblicazione del romanzo (o della raccolta di racconti) e con una targa. Tale pubblicazione non comporterà alcun onere per l’autore e comprenderà copertina  ed editing professionali.
DIRITTI D’AUTORE – Gli autori dei romanzi che saranno selezionati avranno un regolare contratto eitoriale, per effetto del quale l'Editore si impegna a pagare le provvigioni maturate dalla vendita.
I racconti selezionati, invece, potrebbero essere inseriti in un'antologia di Autori Vari. In questo caso l'Autore si impegna a cedere idiritti e a non aver nulla a pretendere dalla vendita dell'antologia.
 In entrambi i casi l'Editore non chiederà agli autori l'obbligo di acquisto copie.
Partecipare a concorsi, almeno secondo me, deve essere vista solo e unicamente come una possibilità,  niente di più.


venerdì 23 febbraio 2018

Riflessioni: l'arte appaga ma non paga.

Quante volte abbiamo chiesto a gallerie d'arte di mostrare le nostre opere?
Quante volte abbiamo tentato di farci strada in questo carnaio d'anime assetate di successo?
Abbiamo peccato sgomitando, investendo non poco tempo e denaro per apparire.
Abbiamo sperato, ci siamo illusi, che bastasse una parola del critico di turno.
Tutto inutile.
Il "successo" arriva forse, solo se si investe su se stessi, non solo sforzandoci di essere sempre in prima linea con la nostra creatività, qualunque essa sia, ma investendo parecchio denaro in mostre, collettive e non, in Italia e all'estero.
Il fatto strano, che personalmente mi è capitato dopo che ho saggiamente smesso di chiedere di partecipare a mostre, è che molti galleristi, reali e virtuali, hanno iniziato a mandarmi inviti.
Caspita, è una bella cosa! È una bella cosa? Ne siete convinti?
Chiedono cifre che oserei definire truffe, ma fanno "bella figura" perché scrivono che non ci sono commissioni se vendono un tuo pezzo.
Morale della favola, il trasporto è a carico dell'artista, loro mettono la galleria, le luci giuste per fare risaltare l'opera, il personale, il rinfresco a base di stucchevoli salatini e se non ti basta, puoi decidere, con un piccolo sovrapprezzo, di farti fare una recensione da parte dell'emerito critico, che spalanchera' sicuramente le porte per un successo immediato.
Sono tantissime poi le gallerie che scrivono a caratteri cubitali:
"noi facciamo molto per gli artisti sconosciuti". Ne siamo sicuri?
  Un giorno ho inviato una mail ad una nota galleria d'Arte della mia città, dove chiedevo informazioni per una personale fotografica e/o pittorica.
Ecco la risposta:
Non è possibile, lo spazio è
dedicato agli autori in permanenza
di xxxxxxxxx.
Una risposta che vuol dire tutto e niente.
Ma, da persona intelligente e curiosa, mi viene spontaneo e logico chiedere:
Grazie della risposta, ma  com'è possibile essere inseriti in permanenza?
Dopo qualche giorno di attesa, la risposta mi ha stupito:
Non siamo COMUNQUE interessati ad aggiungere
altri artisti.
Cordialità
... TUTTO E NIENTE ...
E dunque una riflessione viene istintiva:
vuoi vedere che solo artisti famosi (e per famosi intendo quelli che hanno la disponibilità economica di poter investire sulla propria arte non poco denaro, per partecipare a mostre collettive, concorsi o quant'altro,  in luoghi di maggior pregio, in modo da arricchire il proprio cv) possono essere i prescelti!
E mi chiedo: ma se l'Arte è assodato ormai che è un donare emozione, noi, poveri tapini, non diamo emozioni? Non credo proprio.
Non veniamo selezionati  perché SIAMO NESSUNO. Dei perfetti NESSUNO che hanno anima e cuore e vita e gioia ed emozioni da donare, ma il nostro nome è NESSUNO perché nessuno ci prende in considerazione visto che non abbiamo i mezzi economici necessari per investire su noi stessi. Se davvero i galleristi volessero investire su perfetti sconosciuti ( galleristi, ma anche case editrici, ad esempio) dovrebbero avere la coscienza di dire ti voglio con me a costo zero, se poi qualche opera verrà venduta, la galleria, o chi per esso, si prenderà il 50% del costo dell'opera stessa. Questo secondo me, significa investire su talenti nuovi e dunque sull'arte, in continuo movimento.
Ricordiamoci che L' ARTE è tutto ciò che dona EMOZIONE.
     Da Wikipedia:
<L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Nella sua accezione odierna, l'arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e "messaggi" soggettivi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione.
Nel suo significato più sublime, l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità umana.
Rispecchia le opinioni dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico.>

Qualcuno un giorno disse : "Economicamente non si vive d'arte, ci si nutre".
Meditiamo dunque su queste parole...


Artedigitale by ©Raffreefly


mercoledì 21 febbraio 2018

Un giorno speciale - short stories by ©Raffreefly


Nonni e nipoti 

Sabato era un giorno speciale, niente scuola!
La bimba si svegliò come sempre alla medesima ora, scese le scale di pietra ed entrò in cucina. Sua nonna le stava preparando la colazione e aleggiava nell’aria un profumo intenso di caffè.
La nonna era una donna molto dinamica, poco incline  alle manifestazioni d’affetto. Un buongiorno e un bacio schietto sui capelli mentre  versò il latte nella tazza, un cucchiaio di “Ovomaltina” e qualche biscotto in una ciotola
 e poi, via a sistemare l’orto e a dare cibo a conigli e galline.
Quei gesti significavano molto per la piccola.
La sua fame d’affetto era così intensa che diventò, man mano, sempre più sensibile, tanto da emozionarsi per ogni piccola, quasi insignificante cosa, le accadesse.
Ma ecco il suo momento speciale, unico.
Come sempre accadeva, entrò in cucina suo nonno. Un largo sorriso, un’occhiata birichina e in un lampo lui le era accanto. Immancabile la camicia scozzese, il suo odore sapeva di buono. Capelli radi e grigi, occhi profondi, sinceri, scherzosi, puri.  Intono' un canto mentre la bimbetta continuava  a fare colazione.


La sua voce melodiosa e squillante fece breccia nella piccola che, terminato il pasto, appoggiò le mani in grembo e iniziò a cantare.
Con lui, un duetto d’amore immenso. Insieme all'unisono intonarono canti di montagna e qualsiasi altra melodia potesse  venire loro in mente.

Un attimo di pace tutto loro.
Un buongiorno speciale che infondeva sicurezza, gioia, amore.
 Quel giorno, sarebbe stato  un giorno buono, fino a sera.

Fotopittura by ©Raffreefly

martedì 20 febbraio 2018

Trasparenza sito

Oggigiorno tutti noi sappiamo quanto sia importante la sicurezza nella navigazione, per questo è fondamentale sottoporre spesso il nostro blog/ sito ad un "esame"



Le persone che si approcciano così al nostro blog o sito, sapranno di essere coccolate e in luogo sicuro.

Riflessioni : Unicità


lunedì 19 febbraio 2018

E Arte sia! Su Google

Raccolta E ARTE SIA su Google

Ricordo che la raccolta comprendere anche Venditafilefotografico
Visiona su #Google oppure sfoglia le #riviste su questo #blog.



martedì 13 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Parte settima. Cap. 18


Parte settima

Concludendo

Tra queste pagine ci sono io. Forte e fragile al tempo stesso, con mille dubbi e domande e con il desiderio sempre vivo di essere, non di avere.
Questo NON libro è stato un viaggio importante, almeno per me.
 Ringrazio fin da ora chi ha voluto leggermi.

                                                     ♡

L' immagine fiera di essere ciò che è: un vulcano.
Solitario e incompreso.
La sua forza nasce dall'Anima della Terra.
Amato e odiato in egual misura.
Si erge, divampa, illumina, protegge, uccide, rigenera, trasforma.
La porta degli inferi si spalanca a nuova fertile vita: la DONNA.

                                                     ♡


Il miglior modo di vivere è essere se stessi.

Il bisogno vitale che ho di creare, di comunicare attraverso la mia arte, è illimitato, non smetterò dunque di essere ciò che sono.
Continuerò ad assecondarla, per il semplice piacere personale.
Sono forse un pesce fuor d’acqua, come molti altri per fortuna e, francamente mi va bene così.
     
"Cammina tre lune nelle mie scarpe" il NON libro, perché non è mai stato pubblicato se non qui, racconta una storia di vita vera.
Una storia di rispetto; di arte e di passione; di gioie e dolori; di domande e di riflessioni. E, in fondo, non finisce con l'ultima pagina di questo breve saggio autobiografico. Una storia dunque ancora in corso d'opera, esattamente come la mia vita.

Ci sono persone e ci saranno sempre,  che pensano di plasmare, di gestire la vita altrui, non sono però a conoscenza del fatto che, più stringono il cappio e maggiore sarà l'istinto alla sopravvivenza.
Grazie a loro, verrà rafforzato il muro della resistenza, si acquisirà vigore, forza, decisione, potenza, trasformando loro malgrado, l'anima sopravvissuta in una macchina da guerra, che cadrà ma saprà rialzarsi, ogni volta, ammaccata, ferita, ma si rialzera’.
Non giudicare, vivi.
Non giudicarmi, vivimi.

Siamo esseri
Tristi e soli.
Ci imbrogliamo nel vivere felici
Ci illudiamo nell'essere importanti
Ci culliamo nei nostri sogni infranti.

Ma nulla siamo
Se non ammasso di carne passeggera
Lungo labirinti 
A noi spesso oscuri

Garbuglio intrinseco di contorta essenza.





©Raffreefly -Raffaella Coda Bertetto Amoruso tutti i diritti riservati
Febbraio 2018


Fotografia by ©Raffreefly

lunedì 12 febbraio 2018

Fotopoesia


Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.17


            Vincere la noia

Cap.17

 La noia non è altro che  mancanza di contatto con il proprio sè profondo.
Avere un obiettivo è come un faro nella notte o una potente bussola: ci aiuta a ritrovare sempre la nostra strada e ci guida in tutte le nostre azioni.
Una persona creativa per espandersi ha bisogno di stimoli, esterni o interni, per eludere la noiosa monotonia della quotidianità, il solito trin tran. Fortunatamente il creativo ha mille risorse per non cadere nella noia; ovunque vede oltre, ovunque trova uno spunto di riflessione. Il segreto è proprio quello di saper osservare, non limitarsi a guardare. È un chimerico gioco che  lascia assolutamente libera la fantasia; osservare ad esempio le mani, di una anziana signora sul carrello della spesa e imbastire una loro storia. Rivolgere lo sguardo verso un'ombra sul soffitto, data dalle foglie che danzano al vento e fantasticarci su. Nascono in questo modo le mie poesie o le mie creazioni fotografiche, nascono dalla quotidianità.


Creatività
È l'esplicita esigenza di tuonare la propria libertà.

Non ha padroni
Che dettino regole.

Non ha perimetri
Dentro cui muoversi.

È quello spazio aperto
Tra Mente e Anima.
    



sabato 10 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Parte sesta. Cap.16

 Parte sesta
                             Free- imparare ad essere liberi

Se fin da piccoli in un contesto famigliare, viene sminuita la capacità creativa,  la medesima persona,  quando diverrà adulto, avrà in genere complicanze nell'avere fiducia in se stesso, avere consapevolezza. Imparare ad essere liberi è un nostro preciso dovere, un regalo che ci facciamo. Sicuramente non è facile e ovviamente crea conflitti. Spesso è un gatto che si morde la coda: da un lato c'è l'orgoglio di riuscire come  essere umano,  per dimostrare in primis a se stessi e poi  a chi non ha alcun rispetto, che credere nelle proprie possibilità senza demordere, appaga, in qualche modo; dall'altro lato, il rovescio della medaglia: l'angusta prigionia che quotidianamente soffoca mente, creatività, sogni, speranze, passioni, trasforma ogni sentire in nulla,  rischiando un agghiacciante piattume di una vita non vita.  Una lenta, lentissima agonia, ricca soltanto di timori e indecisioni.
Si tratta dunque di fare una  scelta, ed  è solo nostra, ed è personale. Nessuno ci conosce meglio di noi stessi.
 Giudicare o trarre conclusioni nei confronti di qualcuno è sbagliato perché vediamo solo i comportamenti esterni e non l’interiorità, le emozioni ed i pensieri interni.
Una frase che mi porto dentro e che spiega perfettamente è di
David Fishman:
 “Le dimensioni dell’ego di una persona possono essere misurate nel modo in cui giudica gli errori commessi dagli altri”
Solo le persone  senza sogni, possono ferire.
È l'unica “arma” che hanno, meschina, indegna, vile.
Ciò che non sanno è, che è un boomerang.

 Siamo circondati da gente dalla personalità velenosa. 
Persone che ci fanno stare male anche se non abbiamo alcuna colpa, che ci usano senza che in apparenza sia possibile evitarlo; che ci tengono alla loro mercè senza che ce ne rendiamo conto. Intimoriscono i propri subordinati per mantenere il controllo ed il potere che hanno. Manipolatori che giocano sporco e spesso mentono. Pessimisti, che vedono tutto in modo negativo, hanno l'abitudine di lamentarsi  sempre del proprio passato, del proprio presente e, probabilmente, del proprio futuro.
Gli ambiziosi  che raggiungono i propri obiettivi senza curarsi di chi distruggono lungo il cammino e sono incapaci di chiedere “scusa”. Chi gode nel disprezzare, nel manipolare e nel destabilizzare emotivamente gli altri.
Il nevrotico, l' infantile, tutte  personalità ostili che contaminano  chi sta loro intorno tramite energie negative.
Imparare ad essere liberi dunque, diventa lo scopo principale della nostra Santa Vita. Imparare ad essere liberi, significa imparare ad essere se stessi, ovvero adulti consapevoli, esprimendo la propria personalità con umiltà e sincerità.
Nessuno "nasce imparato" tutti quotidianamente dobbiamo evolverci e, non si smette mai.

Artedigitale by ©Raffreefly

venerdì 9 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.15


Ma cos’è la fotografia artistica e/o concettuale?

In parole comprensibili è quando in uno scatto ci metti del tuo, un'aggiunta di personalità, di fantasia, senza badare all’aspetto prevalentemente tecnico ( soggetto, luce, profondità di campo, etc. etc.) La fotografia concettuale è un tipo di arte fotografica che inizialmente viene concepita nella mente del fotografo e poi messa in scena per realizzare e comunicare tale visione.
Questo tipo di fotografia è l'opposto del fotogiornalismo, in cui il fotografo cattura immagini reali così come avvengono in quel momento, senza alcuna manipolazione. L’artistica o concettuale è molto più intenzionale e mira ad un risultato specifico nella mente di chi guarda, così come avviene con un dipinto. 

La tecnologia ha permesso alla fotografia concettuale di diventare più surreale, permettendo al fotografo di unire immagini ed oggetti che altrimenti non sarebbe possibile accostare.

La fotografia venne per la prima volta considerata nel Regio decreto, legge 28 ottobre 1925 n.1949. Questo decreto indicava le fotografie quali opere dell'ingegno a pieno titolo, ritenendo così che qualunque fotografia potesse essere tutelata. La fotografia artistica fa parte di questa categoria di opera protetta  dall'art. 2 al 7 della legge n. 633/1941 aggiunti successivamente nel D. Lgs 518/92. Al pari delle altre opere dell'ingegno creativo, l'opera fotografica è tutelata secondo diritti morali e patrimoniali spettanti in primo grado al fotografo. Ai sensi degli artt. 12 e seguenti infatti, il fotografo ha il diritto di utilizzare economicamente l'opera in ogni forma esercitando su di essa numerose facoltà: riproduzione e duplicazione, trasformazione ed elaborazione, distribuzione, commercializzazione, diffusione, comunicazione e messa a disposizione del pubblico, esibizione, noleggio e prestito. Se si tratta di opera creativa la durata del diritto è pari a 70 anni dalla morte dell'autore, ed è coperto dalle norme vigenti per le opere protette dal diritto d'autore. Per essere protetta da tale diritto è sempre obbligatoria la citazione dell'autore.

 Le “semplici fotografie” invece, sono “le immagini di persone o di aspetti, elementi o fatti della vita naturale e sociale, ottenute col processo fotografico o con processo analogo, comprese le riproduzioni di opere dell'arte figurativa e i fotogrammi delle pellicole cinematografiche”. 
In tal caso la durata del diritto è di 20 anni (art. 92) dalla data di produzione. 

Per me: la fotografia artistica è una via di mezzo tra pittura e poesia.

Dipingo fotografie di colori emozionali, dove il mio sentire poetico si fa strada e si sposa perfettamente con il digitale.
Dipingo in astratto fotografico usando come base fotografie “reali” e trasformandole in un quadro nuovo e dinamico, fantasioso che esprime o evoca il mondo dell'inconscio, quindi, rappresenta quella dimensione psichica contenente pensieri, emozioni, istinti.
E’ una visione onirica, l’ incanto meraviglioso di speranza che prende forma e desta stupore, in chi ama questo genere di arte.
Alcune persone del settore, hanno definito la mia arte come una nuova spazialità e io mi riconosco in queste parole.

                                             "Spazialità nuove"

Quel leggero filo, invisibile a molti, che determina l'unicità di qualcosa.
Oltre il confine dell'immaginazione, nell'osare più sublime.
Questa, è la mia Arte.



Artedigitale by ©Raffreefly

Grazie!

A circa due mesi dalla nascita di questo #blog, vorrei ringraziare tutte le persone che leggendone i contenuti hanno contribuito a migliorarne la visibilità.
Un grazie di ♡





Grazie a #Netparade e a tutti coloro che continueranno a votare!

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Parte quinta. Cap.14

Parte quinta
                             Destarsi



 Mi destai da quel torpore dopo quasi tre anni, cercando di fare pace con me stessa.
“Crea-ttiva” si nasce, lo si ha nel sangue.

Scorre nelle vene l’estro.
 La fantasia non si placa.
Feconda è la virtù della potenza della mente. 

La mia mente, tanto amata e tanto odiata, che mi apre voragini emotive e mi sublima nella grandiosa libertà.

Sottile perspicacia indefessa.

Cado e mi rialzo; le ammaccature ci sono, le cicatrici restano sulla mia anima nuda.
Le guardo, le ascolto, le accarezzo, le comprendo.
Le stimo, come fossero una qualità, per essere ciò che sono.
E mi riavvio, come se la macchina si fosse inceppata momentaneamente.
Mi rimetto in movimento, perché ferma non so stare.

Mi viene proposto, quasi per caso, un lavoro momentaneo di consulenza di immagine aziendale. Più che altro un supporto per progettare un'immagine aziendale curata e incisiva e che ne rappresenti a pieno l'identità. Oggi non è più sufficiente avere un sito internet. In una dimensione vasta e complessa quale è, l'utente deve essere guidato e aiutato.
Il sito quindi, deve avere qualcosa in più per emergere: deve avere anima.
 Accettai di buon grado, riconoscente della fiducia dimostratami.
Il lavoro si svolse con dinamismo mentale eccellente da entrambe le parti, anche se a volte, la persona interessata non aveva le idee chiare su ciò che desiderava, riuscii in qualche modo a portare a termine con successo il compito.
Fu come una sferzata di aria fresca. Un sobbalzo adrenalinico che mi portò a tuffarmi in seguito, sempre più nella fotografia artistica.
Un modo sicuramente vivace di comunicare le proprie emozioni, particolare e oggettivamente non per tutti.
L' astratto, anche fotografico, è da sempre una forma d'arte che nasce in primis nella nostra mente, è la capacità di vedere le cose, è il nostro terzo occhio.

Qualche esercente nel frattempo, stava aprendendo la propria attività coraggiosamente nella mia città e mi chiamò, per propormi di
mostrare alcuni quadri e fotografie il giorno dell'inaugurazione. Riscoprii così il piacere di essere parte di un progetto di innovazione, senza però affezionarmi troppo e facendo in modo che fosse soltanto una mansione sporadica, per non cadere nuovamente nel labirinto dell'illusione.




Arte digitale by ©Raffreefly

giovedì 8 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Parte quarta - Cap.13


               Parte quarta

 Equidistante
             
Equidistante: l’etimologia della parola esprime alla perfezione il mio stato d’animo. Ugualmente distante.
Io, al centro di me: lontano, staccata, disinteressata sia dal mio cuore che dalla mia mente.
Neutra, un involucro di corpo, in cui  si, sono presenti cariche negative e positive in egual misura, ma che non ha nessun tipo di attività. Viaggio, giorno dopo giorno in questa sorta di limbo, priva di sofferenza, ma senza particolari gioie.


Operazione pulizia, così l'ho chiamata, o raptus di follia, non saprei, ma sento il profondo bisogno di porre un divario, da tutto.
Cancello tutte le e-mail dei contatti artistici, rimuovo numeri telefonici, cestino progetti.
Rinnovo casa, imbianco, restauro alcuni mobili, sposto i quadri in un luogo lontano dalla mia vista. Organizzo un armadio con i ricordi poetici.
Chiudo a chiave tutto, dentro e fuori di me, lontano da me.
Poi, respiro.
Respiro l’aria che sento sulla mia pelle, la faccio mia, mi nutro di essa in silenzio. Evito il pc, il tefolono, il tablet, imparo a rivivere la natura. Le camminate a fianco della mia fedele Yuma, il torrente, il sole, la montagna.
Ora, gli occhi miei non brillano; sono lo specchio della mia anima, la vera espressione di tutte le facce che siamo capaci di presentare in ogni situazione, sono la parte più sincera del viso.

 Ebbene, tralascio il desiderio di voler essere qualcosa di diverso da ciò che sono ed esperimento il cambiamento di accettare quello che non posso diventare.
Insomma, per potersi tollerare veramente per quello che si è, è auspicabile liberarsi dai progetti illusori su noi stessi.
Focalizzo la situazione osservandomi dall'esterno come se fossi un estraneo, cercando di apprezzare  tutte le diverse sfaccettature, cosciente del fatto che non tornerò più ad essere ciò che ero, semplicemente perché il tempo è passato e ha lasciato le sue carezze e le sue cicatrici.
Decisivo sarebbe accettarsi totalmente, non solo con i propri punti forti, ma anche, e soprattutto, con quelli deboli. Chi si permette e si concede la possibilità di vedersi debole, in genere ha un sano senso di autostima, perché sa guardare con umorismo ai propri limiti o ferite. Nel momento in cui ci riconciliamo con essi, le ferite diventano la nostra forza, uno scrigno da custodire, da portare dentro per tutta la vita, una ricchezza personale. Ovvero, ciò che ci distingue.

Un percorso a tratti doloroso, ma necessario.
Oggettivamente, ognuno di noi è capo di se stesso. 
Ho dunque a disposizione un ampio margine d’azione. 
Scrivo versi per imprimere il momento. Scrivo per me.


Tutto iniziò con la fine.

Perché non c’è termine

All’Anima che si apre
All’Oltre che senti
Allo Scrigno del cuore
Che pulsa.

Irrequieta danza
Su dura corteccia del re degli alberi.

Maestosa dignità
Anche in un piccolo ramo di quercia.



Foto by ©Raffreefly

mercoledì 7 febbraio 2018

Io, Local guide


W i blog!

Il blog, al contrario del sito, è dinamico, meno professionale se vogliamo, ma decisamente più divertente;  è come una seconda pelle, un abito su misura.
Oggi va così, vestito a nuovo, colorato di nuove sfumature e con una visibilità migliore.
W il blog!
... #Google, the best!

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Ricerca facile con #Google







martedì 6 febbraio 2018

Riflessioni cos'è la creatività


Cos'è la Creatività?



Cammina tre lune nelle mie scarpe. Parte terza. Cap.12

Parte terza

              Domande, risposte - domande senza risposta


Ecco ciò che sento nella mia profonda ingenua fragilità.
Perché dovrei fermare l'espressione autentica di libertà, che prorompente divampa nella mia Mente, nel mio Cuore, nella mia Anima?
Perché sento questa perenne lotta, tra me e me: la mia arte come fonte sincera di espressione comunicativa o la mia arte che mi permette di vivere? Questa domanda senza risposta mi attanaglia. Mi sono messa in testa o montata la testa, di essere una creativa che può farcela, non sarebbe meglio però guardare alla realtà e utilizzare questa fonte inesauribile solo per puro hobby?
Si giunge  in questo modo, ad una vita vissuta a metà, non appieno, con mille speranze, mille illusioni. A volte ci si lascia andare e si crede che nulla sia irrealizzabile; poi le mazzate arrivano, sempre. Si torna così ad accantonare progetti, chiudere i sogni in un cassetto e a volte, si vorrebbe gettare via la chiave, per non soffrire ancora. Dimenticare, dimenticare di essere ciò che si è,  ed essere semplicemente ciò che gli altri vorrebbero che tu fossi, sarebbe più facile forse, anche se non proprio appagante.
Ho un sogno semplice: vivere della mia arte.
Trovare un'azienda che possa darmi fiducia e utilizzare le mie immagini per le proprie collezioni.
Un sogno, a quanto pare, irrealizzabile.
I piccoli imprenditori non hanno interesse a creare qualcosa di nuovo.
Le grandi aziende hanno nel proprio organico personale qualificato per questo compito e non comprano file da artisti esterni.

Sono, siamo, destinati ad utilizzare la nostra creatività come arma da difesa personale, come un qualcosa fine a se stessa, come una terapia alla routine, come un sogno mai sognato.

C’è da domandarsi perché, a che serve credere in ciò che si fa? A che serve avere passione, capacità, talento? A che serve avere un sogno?

E poi comprendi. Comprendi l'epoca in cui stiamo vivendo e capisci che non potrai mai farne parte.
I sogni si avverano se hai 25 anni e fai l’influencer o la youtuber, se si è connessi perennemente e hai un certo numero di followers. Questa è la realtà odierna. Non credo più nelle fiabe: l’editoria e l’arte in genere sono brevi attimi fugaci; accattivanti ma illusori. Si giunge ad avere successo solo se si può investire (parecchio) su se stessi e se si conoscono persone importanti in ambito artistico.
Se si riesce a costruire un  buon curriculum, partecipando a costose mostre, allora forse e dico forse, si ha qualche possibilità. La meritocrazia non esiste da tempo. 
In campo editoriale poi, non ha alcuna importanza saper scrivere in un italiano corretto, ciò che conta è essere appetibile per le case editrici; se ci vedono un buon margine di guadagno pubblicheranno i tuoi scritti, meglio se stupidi, leggeri, o basati sul sesso ( quello porta sempre guadagno). Chi scrive poesie come me non ha mercato, parliamoci chiaro. Chi legge preferisce la futilità; letture troppo impegnative, o riflessive, causano disagio, sono fardelli; ricordano la vita, il periodo nero che tutti noi stiamo vivendo. 
 E adesso, sono stanca di essere quel mulo che sempre trascina; di avere seguaci che temo, credono in me soltanto perché sono disposta a portare avanti i desideri altrui. Sono la tizia che fa comodo a molti, che smuove persone, che sconquassa, crea scompiglio per portare a riflessioni. Questo mi fa sentire importante, è vero, ma non è abbastanza. Non più. Mi sembra sia tutto tremendamente momentaneo. L’arte è transitoria, la poesia lo è. Ora è questo che i miei occhi  vedono con chiarezza; ho conosciuto bene questo mondo e ho capito che  è molto distante dal mio sentire. Tutti pronti appena alzo il mignolo e poi? C’è mai stato qualcuno di questi “amici” che mi abbia detto, ho un progetto concreto, ti voglio al mio fianco?
Chi ha mai avuto iniziative verso di me? Sono sempre stata io a dire facciamo qualcosa insieme;sempre io a sgobbare; sempre io quella che si prendeva le beghe, che ideava un progetto, che lo mandava avanti e i risultati erano concreti, visibili, reali, non chiacchiere.
Ebbene, ora sono stanca.
Vorrei poter vivere della mia arte. Vorrei che la mia arte mi portasse il pane quotidiano da dividere con la mia famiglia. Ah! Pura utopia.
 Vorrei essere ignorante, perché chi vive nell’ignoranza, nel piattume più totale, non ha aspettative, non ha sogni da realizzare, non cerca  nulla di meglio di ciò che già ha. 
Vorrei essere foglia e farmi trascinare, un piccolo ruscello che scorre e nulla più.

No, non è vero, sto dicendo cose senza senso; non potrei mai essere statica, non fa parte del mio carattere.

Mi sento terribilmente divisa a metà. Tra una me, casa e famiglia e l'altra me, guerriera indefessa che vuole cedere all’ambizione.
 Secondo qualcuno è impossibile far coincidere lavoro e famiglia; secondo qualcuno è necessario scegliere, tra lavoro e famiglia. 
Per me, non è così.
E dunque questo conflitto porta a modificare, almeno in parte, il proprio pensiero. È necessario ragionarci su, fermarsi. È necessario, perché è lo spirito di sopravvivenza che lo chiede, forte e chiaro.  Grazie a questa intuizione,  ognuno di noi è in grado di mettersi al sicuro.  La  mente si spegne e prende il controllo la parte più antica del nostro cervello.
Ci sono delle occasioni in cui abbiamo bisogno di mettere in pratica le parole dello scrittore spagnolo Armando Palacio: "Quando è vicino al baratro e la notte è buia, il cavaliere saggio lascia le redini e si affida all'istinto del cavallo".


Foto by ©Raffreefly

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.11


Il lungo periodo di crisi economica che ha colpito tutti non è terminato, anzi. Obiettivamente, non ho mezzi per aprire un'attività; non ho i mezzi economici necessari per poter nemmeno partire ad imbastire qualcosa. Aprire una partita I.V.A. e mantenerla, affittare un locale, in centro, con i costi d'affitto alle stelle. E poi, dov'è il luogo migliore? Biella? Biella è in agonia, bisognerebbe avere il coraggio di andarsene per sopravvivere; ma non sono sola, non posso costringere la mia famiglia ad investire su un sogno, senza certezza alcuna. Non certo in questa sventurata epoca.
La sofferenza che si avverte appena e che viene in qualche modo mascherata, alla bene meglio, ad un certo punto divampa e ci si ritrova faccia a faccia con una persona nuova. La vita ci cambia, la vita segna.  Nel tempo si costruiscono puzzle e nulla accade per caso. Tutto ha un perché, ma non ce ne accorgiamo se non quando il momento è passato.
I sogni spesso restano sogni, le speranze svaniscono e così pure la voglia di crescita.
E’ il momento di  fermarsi e riflettere. E le domande rimbalzano nella mente e le risposte non arrivano. Sarà la crisi della mezza età,  viene da chiedermi: cosa ho fatto di straordinario nella mia vita?  Riuscirò mai a lasciare una traccia?
In fondo sono una persona fortunata, ho una mia famiglia, dunque che testimonianza dovrei lasciare se non il semplice fatto di essere ricordata con affetto da chi mi ama?
Il segno di me.
Mi uscì dalla bocca quella frase, quasi inconsapevolmente.
Il segno di me.
La mia impronta in questa società, in questo tempo, la mia esistenza, non solo come moglie o come madre ma come persona e artista.
 Sono sempre uscita allo scoperto mettendomi in gioco,  senza timore e cosa ho ottenuto?
Molte gratificazioni certo, ma non sono riuscita ad andare oltre, non sono riuscita ad essere libera.
 Ecco la verità.

E chi mi sta a fianco da una vita, mi pone una domanda logica: ti sei divertita a fare ciò che hai fatto fino ad ora?
(Io) Si, indubbiamente.
(Lui) E dunque che altro vuoi! Hai fatto esperienze che pochi riescono a fare e le hai fatte tutte basandoti soltanto sulla  tua costanza e caparbietà. Hai imparato tutto da sola, da zero  e di questo devi esserne orgogliosa.
(Io) Respiro profondamente e lascio sia il mio cuore a parlare, come fosse una sorta di  liberazione,  per la tensione accumulata internamente in tutto questo tempo. Le vecchie paure s'intrecciano a quelle appena conosciute, rafforzandole. Mi accorgo che le espressioni usate nel complesso, sono di una fragilità devastante; mi sento così esile nel corpo e nello spirito.
E mentre le pronuncio penso : "ero più forte quando ero una ragazzina, un tempo non mi sarei spaventata. Tutto si poteva risolvere, il mondo era lì per me e io potevo farcela. E ora? Ora che ho la sana consapevolezza della maturità che faccio?

Foto by ©Raffreefly

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.10


Eppure, artisticamente parlando non potevo che essere pienamente soddisfatta, tutto in fondo si stava svolgendo in un modo lineare, naturale, direi facile.
"Questo è il mio lavoro, vorrei lo fosse sul serio" -pensai- essere un'artista a tutto tondo, creare eventi pubblicizzando e coinvolgendo sempre un maggior numero di persone, aprire una piccola casa editrice e trovare uno spazio idoneo per le mostre. Avevo tutto in testa, ben chiaro ogni passaggio, apparentemente decisa a continuare su questa strada.
Non ho mai aspirato a diventare "famosa", mi sarebbe bastato scegliere un lavoro libero che mi appagasse e questo, lo era totalmente.
 Era ciò che pensavo, ciò che il mio cuore voleva, essere una donna autonoma sotto il profilo economico ed esserlo grazie a me, soltanto alle mie capacità.
E chi non lo vuole infondo!
Ma la realtà spesso si scontra con i propri desideri, con le proprie aspirazioni, con i propri sogni.
La cruda realtà è come una doccia ghiacciata. Migliaia di goccioline fredde che ti colpiscono con forza fino a penetrare nella mente, frenano ogni movimento, ogni tentativo di fuga risulta vano. E le domande si fanno strada, incessanti, martellano e devastano ogni sforzo.
I miei occhi ora mi guardano e in fondo al loro colore, vedo la paura e lo sconforto.

Foto by ©Raffreefly

lunedì 5 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.9




Tra i tanti eventi creati, uno lo ricordo con particolare interesse, sia per la mole di lavoro organizzativo, sia perché, ahimè , non ho potuto parteciparvi.
6 dicembre 2014 “Arte in festa – sinergia di anime creative”.
L’evento, da me fortemente voluto, si sarebbe svolto presso la  sede di un’organizzazione  musico/culturale  di Ivrea. La struttura offriva spazi idonei sia per la presentazione di libri, con reading poetici, sia per mostre e sfilate.  Buttai giù nero su bianco una  prima bozza dei dettagli, con orari ben specifici di partecipazione dei relativi autori (tempo dedicato alla lettura, numero di poesie e/o racconti, intervalli musicali, calcolo del tempo necessario  per la sfilata di moda, etc. etc.), poi contattai personalmente gli artisti,  coinvolgendo anche una cara amica, giovane stilista Biellese, per darle modo di far conoscere la sua ultima collezione.  Accettarono in molti,  provenienti dalla mia città , da Ivrea, ma anche fuori porta. Scrissi una scaletta vera e propria, una traccia di  ciò che ogni autore doveva leggere e  poteva dire, se mai si fosse trovato in difficoltà per l’emozione.
Trovai una speacker per annunciare ogni singola performance,  aiutai la stilista a cercare modelle, studiai a tavolino le musiche più idonee .
Insomma, ci lavorai circa due mesi e mezzo a quello che a mio avviso, era un evento straordinario, perché sapeva coniugare arte, cultura e moda, in sinergia perfetta, l’uno il prolungamento dell’altro.
Una simbiosi con una dinamicità mentale tale, da coinvolgere sicuramente,  molte anime.

 Ero fiduciosa e orgogliosa del lavoro svolto e della stima che man mano cresceva nei miei confronti, anche da parte di persone totalmente estranee.
Ma, due giorni prima dell’evento, vengo ricoverata d’urgenza in ospedale per un calcolo renale che stava ostruendo l’uretra, provocandomi una infiammazione piuttosto importante, rischiando la setticemia se non mi avessero operata. Il giorno del ricovero avevo la febbre oltre i 40°, perdevo coscienza in continuazione. Non mi sono resa conto dell’arrivo dell’ambulanza, come non mi sono resa conto della visita in ospedale. Ho un vuoto, ricordo a tratti i miei figli e mio marito    che mi chiamavano, io li sentivo, ma non riuscivo a rispondere. Tremavo, questo si, me lo ricordo. Non riuscivo a stare ferma, tremavo come non mi era mai capitato. Mi imbottirono di farmaci e di tubi nelle vene e mi assopii. Il giorno dopo realizzai e piansi.

Per il dolore, per la rabbia, tanta rabbia. Con un filo di voce telefonai a quanti più autori per avvertire loro cosa mi stesse accadendo, dicendo di proseguire: la performance si sarebbe svolta comunque, anche senza di me.  Infondo avevano la scaletta, bastava seguirla; quel briciolo di forza che mi era rimasta l’avrei indirizzata tutta a loro. Io c’ero, sempre e comunque al loro fianco, anche se non fisicamente.

Il 6 dicembre 2014 alle 11 del mattino entro in sala operatoria per la prima volta. Seguì un secondo intervento a fine gennaio e finalmente a metà marzo 2015 la prima uscita sotto il sole tiepido di primavera, smagrita e debolissima. 
I social, in quel periodo, hanno fatto la differenza.
Ero provata fisicamente e mentalmente ed i miei amici o semplici contatti,  mi mandavano a volte, gli auguri di pronta guarigione.
Mi coccolavano a distanza e quel pensiero mi dava la giusta spinta, anche se qualcosa stava cambiando.
Qualcosa che ancora non vedevo chiaramente, ma che percepivo. Una sorta di “malessere” che aleggiava. L' equilibrio dell'anima  era instabile. Il subconscio, che di fronte a una situazione non riesce a risolvere, si frantuma. 
Davo la colpa all'indebolimento fisico e mi sentivo un  po’ come lo struzzo che  ficca la testa nella sabbia;  fuggivo da quell' angusto sentire, facevo finta di nulla.


Foto by ©Raffreefly

venerdì 2 febbraio 2018

Riflessioni Amati e indispensabili?


Robert L. Stevenson ha scritto: " se siamo amati, siamo anche indispensabili".

Ma il punto è: ci sentiamo indispensabili dunque ci sentiamo  amati? Oppure siamo amati solo perché siamo indispensabili?

L'essere indispensabile è già un eufemismo,  nella vita siamo tutti utili, a modo nostro; nessuno è essenziale, nessuno è assolutamente necessario.

Artedigitale by ©Raffreefly

giovedì 1 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.8



           Esula un po’ dal compito del talent , ma mi sono sempre sentita in dovere  di portare avanti il libro neonato attraverso reading e non solo.
Naturalmente ogni autore era libero di fare altrettanto nella propria città, come doveva sentirsi assolutamente libero di partecipare o meno, alle mie iniziative.
Ricordo ancora l’emozione della prima volta! Le mani mi sudavano, la tensione era palese quel giorno. Il mio nome venne annunciato, i flash delle macchine fotografiche iniziarono a danzare intorno a me. Mi alzai e mi diressi sul palco, il passo sicuro, il sorriso stampato per la tensione.
    Poi, il silenzio.
    Le tante persone erano lì per sentire dalla mia voce le mie poesie.
Iniziai a leggere, la voce squillante, decisa, forse un po’ troppo. Risentendomi, parevo un’insegnate che stava facendo lezione .
Eppure, lo scroscio degli applausi che seguirono mi colsero impreparata.

            Mi stupii nel sentire tanto calore e mi emozionai. 
Le iniziative che seguirono furono decisamente più easy. Imparai a controllare le sensazioni, ad impostare e modulare la voce, a fare le giuste pause enfatizzando un poco, solo un poco, perché non amo  accentuare; l’esagerazione teatrale mi sa di ingannevole, di ipocrisia, di smodata simulazione di un sentimento, che personale è e deve rimanere.
Tra il pubblico poi, c'è sempre chi si ostina a chiedere una spiegazione logica ad una poesia ed è una cosa che detesto. E’ come se il mio sentire dovesse essere per forza di cose, anche il suo. Non esiste. La poesia non va  spiegata, né tantomeno capita: va semplicemente presa, amata e fatta nostra, in base al sentire di ognuno di noi. Massima libertà di interpretazione.
    Massima libertà, sempre!  Il bello della poesia, sta proprio in questo: ogni giorno può essere compresa in modo diverso in base a come ci sentiamo, ha tantissime sfaccettature, offre dunque un mare di possibilità di intendimenti. 
Per questo la giudico interessante, perché permette di volare oltre, mettendoci a nudo; invoglia alla riflessione e a guardarci dentro.

               L’io si apre, ci fa scoprire mondi che prima non immaginavamo. La forza interiore rifiorisce, si consolida, si fortifica, donandoci potenza mentale si dirama fino a farci stare bene, in tutto il nostro essere.


Amando l'arte a 360 gradi, ad ogni evento che progettavo, cercavo di instaurare un dialogo continuo tra libri, pittura, fotografia e l'hand made, coinvolgendo anche veri e propri artigiani. Portando così il visitatore in una sorta di Eden visivo ed emotivo, rivalutando in questo modo e nel mio infinitamente piccolo, anche il mio territorio.

Qui alcune datate immagini in riferimento ad alcuni eventi.


Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap. 7



       Personalmente ho sempre cercato di evitare d’inserire fatti personali, è una questione caratteriale, preferivo far vedere la parte di me che sgobbava per ricercare talenti.  Non soltanto parole  dunque, ma fatti,  concretezza. Gli autori piovevano dal cielo, non soltanto dall’Italia, anche  dalla Svizzera, dalla Francia. Migliaia di goccioline pronte a mettersi in gioco perché sapevano che avrebbero  avuto tra le mani a breve, il libro tanto atteso. I loro pensieri ora stavano mettendo le ali per spiccare il volo. Nessun autore mi ha chiesto “fammi diventare famoso”, tutti mi hanno domandato “mi dai una possibilità?”
Questo ero: una possibilità. Con trasparenza e semplicità; umiltà e passione;  rispetto e decisione portavo avanti un sogno, perché ci credevo.
              Sui social, condividevo tutto ciò che apparteneva al  mondo artistico.
Dalla poesia, alla pittura alla fotografia, di qualsiasi autore, oltre che  lavori personali. Partecipavo attivamente a gruppi mirati, dove le anime s’incontrano per condividere una passione, per scambiarsi informazioni, per crescere. Avevo due account su Fb,  tante pagine, un gruppo da me fondato,  che si chiamava “Amici d’inchiostro”. Avevo blog , sei se non ricordo male; account sui maggiori social, Facebook, Linkedin, Google, Twitter; da Flickr a Tumblr,  venivo inserita in siti poetici, pittorici, fotografici. Mi chiedevano critiche o pareri, inerenti ai libri. Insomma, digitando semplicemente il mio nome su Google, ero presente nelle prime dieci pagine  e non era da poco.  E, ovviamente, dove c’ero io c’erano anche i miei autori. Ero un mulo che trascinava e la cosa più bella era, che non mi pesava, almeno in quel periodo.
Continuai così a crescere con frenesia, le mie ambizioni si stavano realizzando e tutto questo grazie ad internet!
Dio salvi Internet!

              Mi spinsi oltre, grazie anche ad alcuni miei fidati collaboratori,  ideai  “Progetto  estero”. 
Direttamente dal blog “In volo libero”: "Il progetto estero e’ nato per fare conoscere la poesia italiana contemporanea all’estero. Per offrire visibilità, sia agli autori che alle case editrici. I libri vengono esposti nelle biblioteche di Accademie di Letteratura, Istituti di Cultura Italiani, ma anche in hotel esteri, che gentilmente mettono a disposizione una piccola biblioteca per i turisti che amano leggere."

Fui sommersa da e-mail di autori che volevano partecipare al progetto. Avevo inventato qualcosa di talmente ovvio,  talmente semplice, da essere giudicato geniale.

         La prima spedizione di libri partì nell'anno 2013 destinazione Melbourne, Accademia di Letteratura Italo-Australiana e mi sembrò di toccare il cielo con un dito.
Ne seguirono molte altre:
30 gennaio 2014
Tokyo Istituto Italiano di Cultura

18 giugno 2014
New york  Istituto Italiano di Cultura

     18 giugno 2014
Recanati Centro Nazionale di Studi Leopardiani

 18 giugno 2014
Hotel Erato di Mykonos di Maria Zouganeli, (Ornos Mykonos )

27 giugno 2014
Docbi – Centro Studi Biellesi

10 settembre 2014
Università del Piemonte Orientale (Vercelli)  


 28 gennaio 2015
Malta Istituto Italiano di Cultura 

28 gennaio 2015
Buenos Aires (Argentina) Istituto Italiano di Cultura  

21 maggio 2015 
Polonia presso privato


         E qui, pubblicamente colgo l’occasione per ringraziare  tutti gli autori che nel corso degli anni hanno preso parte alle mie iniziative poetiche e a quelli che si sono affidati a me per il loro libro singolo. 

      Un sincero grazie anche a chi ha collaborato con me, scrivendo le varie critiche. Alle case editrici e naturalmente, ai vari Istituti di Cultura e non solo, che hanno accettato il nostro lavoro facendolo conoscere al mondo.

Artedigitale by ©Raffreefly