Powered By Blogger

Riviste da sfogliare

Votami ora, il tuo voto è importante!

Condividi

Translate

Leggi anche il NON libro "Cammina tre lune nelle mie scarpe"

lunedì 5 febbraio 2018

Cammina tre lune nelle mie scarpe. Cap.9




Tra i tanti eventi creati, uno lo ricordo con particolare interesse, sia per la mole di lavoro organizzativo, sia perché, ahimè , non ho potuto parteciparvi.
6 dicembre 2014 “Arte in festa – sinergia di anime creative”.
L’evento, da me fortemente voluto, si sarebbe svolto presso la  sede di un’organizzazione  musico/culturale  di Ivrea. La struttura offriva spazi idonei sia per la presentazione di libri, con reading poetici, sia per mostre e sfilate.  Buttai giù nero su bianco una  prima bozza dei dettagli, con orari ben specifici di partecipazione dei relativi autori (tempo dedicato alla lettura, numero di poesie e/o racconti, intervalli musicali, calcolo del tempo necessario  per la sfilata di moda, etc. etc.), poi contattai personalmente gli artisti,  coinvolgendo anche una cara amica, giovane stilista Biellese, per darle modo di far conoscere la sua ultima collezione.  Accettarono in molti,  provenienti dalla mia città , da Ivrea, ma anche fuori porta. Scrissi una scaletta vera e propria, una traccia di  ciò che ogni autore doveva leggere e  poteva dire, se mai si fosse trovato in difficoltà per l’emozione.
Trovai una speacker per annunciare ogni singola performance,  aiutai la stilista a cercare modelle, studiai a tavolino le musiche più idonee .
Insomma, ci lavorai circa due mesi e mezzo a quello che a mio avviso, era un evento straordinario, perché sapeva coniugare arte, cultura e moda, in sinergia perfetta, l’uno il prolungamento dell’altro.
Una simbiosi con una dinamicità mentale tale, da coinvolgere sicuramente,  molte anime.

 Ero fiduciosa e orgogliosa del lavoro svolto e della stima che man mano cresceva nei miei confronti, anche da parte di persone totalmente estranee.
Ma, due giorni prima dell’evento, vengo ricoverata d’urgenza in ospedale per un calcolo renale che stava ostruendo l’uretra, provocandomi una infiammazione piuttosto importante, rischiando la setticemia se non mi avessero operata. Il giorno del ricovero avevo la febbre oltre i 40°, perdevo coscienza in continuazione. Non mi sono resa conto dell’arrivo dell’ambulanza, come non mi sono resa conto della visita in ospedale. Ho un vuoto, ricordo a tratti i miei figli e mio marito    che mi chiamavano, io li sentivo, ma non riuscivo a rispondere. Tremavo, questo si, me lo ricordo. Non riuscivo a stare ferma, tremavo come non mi era mai capitato. Mi imbottirono di farmaci e di tubi nelle vene e mi assopii. Il giorno dopo realizzai e piansi.

Per il dolore, per la rabbia, tanta rabbia. Con un filo di voce telefonai a quanti più autori per avvertire loro cosa mi stesse accadendo, dicendo di proseguire: la performance si sarebbe svolta comunque, anche senza di me.  Infondo avevano la scaletta, bastava seguirla; quel briciolo di forza che mi era rimasta l’avrei indirizzata tutta a loro. Io c’ero, sempre e comunque al loro fianco, anche se non fisicamente.

Il 6 dicembre 2014 alle 11 del mattino entro in sala operatoria per la prima volta. Seguì un secondo intervento a fine gennaio e finalmente a metà marzo 2015 la prima uscita sotto il sole tiepido di primavera, smagrita e debolissima. 
I social, in quel periodo, hanno fatto la differenza.
Ero provata fisicamente e mentalmente ed i miei amici o semplici contatti,  mi mandavano a volte, gli auguri di pronta guarigione.
Mi coccolavano a distanza e quel pensiero mi dava la giusta spinta, anche se qualcosa stava cambiando.
Qualcosa che ancora non vedevo chiaramente, ma che percepivo. Una sorta di “malessere” che aleggiava. L' equilibrio dell'anima  era instabile. Il subconscio, che di fronte a una situazione non riesce a risolvere, si frantuma. 
Davo la colpa all'indebolimento fisico e mi sentivo un  po’ come lo struzzo che  ficca la testa nella sabbia;  fuggivo da quell' angusto sentire, facevo finta di nulla.


Foto by ©Raffreefly

Nessun commento:

Posta un commento