Per mia natura sono molto curiosa e testarda, che sia una fortuna o un calvario, ancora devo capirlo, fatto sta, che da autodidatta quale sono, non ho mai smesso di informarmi al solo scopo di crescita personale/artistica.
Il periodo era propizio per sperimentare, la forza interiore mi faceva sperare in un cambiamento; lasciare che il mio io parlasse e libero, senza alcun vincolo, si librasse verso l'infinito ignoto, era un conforto, un sostegno, un incoraggiamento. Un frenetico bisogno di comunicare.
Presi in mano tele e colori e iniziai a dipingere l’astratto emotivo: l’essenza.
La parte che più mi affascina e mi attira, la più importante, la sua sostanza, il nucleo: l'io.
Io, il mio sentire. Io, il mio volere. Io, l’emozione di un colore.
Nacquero molti quadri astratti, dapprima su tela, poi sotto vetro, poi ancora tela e poliuretano espanso. I colori , le emozioni , il materico.
Sovrapposizioni colorate, rabbiose a tratti, dal taglio deciso e forte, come se l’io uscisse e s’imprimesse indelebile e fermasse quel momento per sempre.
Un susseguirsi di sensazioni implacabili m’invasero e dentro, ancora la voglia di continuare, ancora quell’oltre che mi chiama.
Quella strana vocina mi diceva: corri, non ti fermare.
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